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Quando la moda è inclusiva e accessibile

Roberta Barba
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Chi l’ha detto che le persone con disabilità non possono vestirsi seguendo I fashion trend? E perchè non creare abiti adatti alle diverse esigenze, funzionali ma senza rinunciare al glamour? La risposta arriva da Primark con la sua Adaptive Collection e molto altro

E’ un brand internazionale tra i più famosi. Sinonimo di abbigliamento, accessori, beauty e articoli per la casa, Primark coniuga prezzi accessibili e ultime tendenze. Nato a Dublino nel 1969, conta quasi 500 negozi nel mondo e più di 80.000 collaboratori. In Italia è presente dal 2016, ha 20 store distribuiti sul territorio ed è in costruzione il primo polo logistico nazionale ad Alessandria.

L’azienda è stata tra gli ospiti dell’ultima edizione di Inclusion Job Talk, dove ha raccontato cosa significhino per il brand le parole inclusione e accessibilità. Temi al centro della nostra chiacchierata con Charlie Magadah-Williams, Head of Inclusion and Community Impact.

“Primark si è posta l’obiettivo di essere un retailer accessibile con proposte di moda pensate per tutti: il nostro obiettivo è far sentire bene le persone, farle apparire al meglio e fare in modo che nessuno venga lasciato indietro. Il tutto a un prezzo accessibile. Puntiamo anche a rimuovere le barriere all’inclusione, favorire l’accesso a prodotti, servizi ed esperienze e creare opportunità per un futuro migliore nelle comunità in cui operiamo. Le nostre iniziative in materia di accessibilità sono solo un esempio del lavoro che stiamo portando avanti in questo campo”.

Parliamo della collezione Adaptive…

“Questa linea rappresenta una parte concreta del nostro impegno nell’ambito di accessibilità, inclusione e diversità; amplia la gamma dei prodotti e definisce nuovi standard nel settore. I nostri capi Adaptive sono pensati per rendere la moda accessibile a tutti, con chiusure semplificate, materiali morbidi e design inclusivo, sviluppati in collaborazione con la comunità delle persone con disabilità. Abbiamo iniziato con una collezione di lingerie composta da quattro capi, con piccole modifiche come chiusure facilitate e ganci magnetici per aiutare le persone con ridotta mobilità o manualità. Questa collezione ha richiesto due anni di lavoro ed è stata progettata insieme a specialisti e persone con disabilità per garantirne l’idoneità d’uso. Da lì abbiamo continuato a collaborare con la community e stiamo espandendo la nostra offerta. Recentemente abbiamo anche aggiunto i codici NaviLens per supportare i clienti ipovedenti nel localizzare e identificare i prodotti”.

Anche i negozi sono stati riprogettati. Ci fa qualche esempio?

“I nostri store sono luoghi di connessione e coinvolgimento con il brand. Per questo, continuiamo a investire per renderli più accoglienti e inclusivi. Li dotiamo di casse e camerini accessibili, selezioniamo attentamente i negozi in cui portare la nostra collezione Adaptive per garantire centralità e facilità di accesso. Gli articoli sono esposti su binari più bassi per essere più accessibili alle persone in sedia a rotelle e posizionati lungo i percorsi principali per offrire un’esperienza di acquisto autonoma e confortevole. Inoltre, tutti i negozi in Irlanda offrono ore di shopping “sensory friendly” per supportare i clienti neurodivergenti. Ciò significa luci attenuate, rumore ridotto alle casse e personale appositamente formato. Una pratica che estenderemo nel 2026 ad altri paesi”.

A proposito di formazione, avete piani mirati?

“Il nostro impegno si estende anche alla preparazione di chi lavora con noi e al miglioramento continuo dei nostri spazi, assicurando che ogni visita in negozio sia accogliente e rispettosa. Un esempio concreto è Sophie, il primo manichino seduto, lanciato lo scorso anno e co-creato con la presentatrice e attivista per i diritti delle persone con disabilità Sophie Morgan. Esposta in 23 negozi in dieci paesi – incluso lo store di via Torino a Milano – Sophie rappresenta un ulteriore passo avanti nell’inclusione negli spazi retail”.

Anche le vostre campagne di comunicazione sono inclusive…

“Sì, anche in questo caso promuoviamo la partecipazione delle persone con disabilità. Collaboriamo con esperti e organizzazioni per migliorare costantemente la rappresentazione visiva e creare un’esperienza retail in cui tutti si sentano visti, riconosciuti e accolti. Dallo scorso anno, abbiamo intensificato la collaborazione con creator con disabilità sui nostri canali social e abbiamo creato una guida per migliorare l’accessibilità dei futuri eventi, basata sulle nostre esperienze e sui feedback della comunità delle persone con disabilità”.

Parlando di persone e competenze, quali professionisti sono impegnati nel progetto?

“Il nostro lavoro si basa su solide partnership con esperti, sostenitori e colleghi che portano esperienza diretta e conoscenza in ogni fase del nostro percorso. Tra questi voglio ricordare Shani Dhanda – Consulente per l’Accessibilità, che ha avuto un ruolo fondamentale nella definizione della nostra strategia; Victoria Jenkins – Designer Adaptive e sostenitrice dei diritti delle persone con disabilità, co-creatrice della prima collezione Adaptive di Primark e consulente per le future collezioni; Sophie Morgan – Attivista per la disabilità e conduttrice televisiva, che ha collaborato alla creazione del primo manichino in sedia a rotelle di Primark; AccessAble – Specialisti in accessibilità, che hanno esaminato tutti i negozi e uffici UK e Irlanda per creare linee guida dettagliate all’accessibilità”.


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