Esce oggi, 21 febbraio, il libro della simpaticissima scrittrice napoletana dedicato a bambini e bambine, ma rivolto anche a genitori ed insegnanti. Obiettivo: spiegare la disabilità e combattere l’abilismo in modo piacevole e divertente.
Azzurra ha otto anni, una testa di riccioli ribelli tenuti a bada da mollette colorate. E’ allegra, piena di idee e di cose da fare. Ha una vita piena: dalla scuola, alle amicizie, alla passione per le scienze. Veste alla moda, è una ragazzina sveglia che non te le manda a dire. Azzurra è come i suoi coetanei. Unica differenza, per muoversi usa una carrozzina elettrica. Tutto qua.
Disabilità non è sinonimo di incapacità
Eppure, anche nel 2025, quanto incide questa differenza nel nostro modo di considerare le persone con disabilità? Quanti pregiudizi dobbiamo ancora superare? E se si cominciasse a spiegare ai più piccoli che disabile non è sinonimo di incapace? L’idea è venuta a Marina Cuollo, scrittrice, consulente e formatrice per le aziende sui temi della DE&I. Nasce così il libro “Azzurra e la giornata delle idee – La disabilità spiegata ai bambini e alle bambine” edito da Becco Giallo, arricchito dalle illustrazioni di Cristina Trapanese, napoletana verace come l’autrice dei testi.
L’abilismo, difficile da capire e da spiegare
“Con questo libro cerco di spiegare ai bambini che cos’è l’abilismo, un concetto non facile nemmeno per gli adulti, che spesso lo riconducono al bullismo. In realtà ne esiste anche una forma più sottile, più difficile da riconoscere – racconta Marina -. Quando parliamo di abilismo, ci riferiamo a una serie di comportamenti discriminatori che portano a pensare che un bambino con qualche forma di disabilità non possa fare le stesse cose degli altri. Bisogna, invece, spiegare che non sono persone manchevoli, ma che le cose le fanno in modalità e tempi differenti, senza per questo ridurne il valore”.
La passione per le scienze, la stessa di Marina Cuollo
La protagonista del libro, Azzurra, ha una vera passione per le scienze, è molto ingegnosa, adora inventare oggetti. Un tocco autobiografico: l’autrice, infatti, è laureata in biologia. “Ho voluto portare in questa storia, anche se solo marginalmente, il tema delle ragazze che studiano materie Stem: un’altra area dove ancora oggi abbondano pregiudizi e discriminazioni, capaci di influenzare le scelte future. Azzurra, chissà, potrebbe diventare un’ingegnera. Per ora non penso a una saga, non faccio previsioni, dipende anche da come verrà accolto il libro”.
Una narrazione della disabilità a misura di bambino
“All’inizio ho pensato a un target adulto, anche perché in passato ho avuto qualche difficoltà a relazionarmi con i bambini. Hanno un modo di esprimersi senza filtri, nel bene o nel male; ti dicono ciò che pensano senza essere schermati dal perbenismo. Quando un bimbo esprime un pregiudizio, spesso lo fa in modo pesante, e questo mi feriva quando ero più giovane. Ma proprio questo mi ha spinta a scrivere il libro. Sentivo una certa responsabilità nei confronti dei giovanissimi. Mi sembrava ancora più importante fare per loro ciò che normalmente faccio per gli adulti attraverso la formazione. E’ una risposta ai genitori che spesso mi chiedono strumenti per spiegare la disabilità ai figli. Ed è pensato anche per gli stessi bimbi disabili che si immedesimano nella protagonista. Una ragazzina tostissima che con la sua carrozzina elettrica affronta la vita a testa alta!”