Il racconto di Lorella Cela, studentessa dell’ateneo, che attraverso un video illustra i servizi adottati dalle istituzioni per una piena e completa vivibilità.
Originaria di Feltre, in provincia di Belluno, Lorella Cela ha scelto di studiare Sociologia all’università di Trento. Per diverse ragioni: “Innanzitutto – dice – per l’innegabile storia e qualità della facoltà che è stata la prima di questa disciplina in Italia e si conferma tra le migliori del paese. Un altro aspetto importante è stata la vicinanza alla mia città d’origine. E, ultimo, ma non in ordine di importanza, i servizi offerti agli studenti con disabilità che erano in linea con i miei bisogni e le mie necessità. Insomma, una combinazione di fattori vincente”.
Dopo la laurea magistrale in Gestione delle Organizzazioni e del Territorio, riceve dalla Fondazione Italia-USA il Premio “America Giovani”. “Il riconoscimento – ci spiega – consiste in una borsa di studio per poter fruire del master in Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy”. Lorella è una studiosa instancabile: oggi, infatti, oltre al master, frequenta un corso di laurea magistrale in Metodologia, Organizzazione e Valutazione dei Servizi Sociali”.
Accessibilità: casa e scuola senza problemi
Lorella si muove utilizzando una carrozzina elettrica, le barriere talvolta rendono difficili gli spostamenti, ma non a Trento. Lo racconta nel video pubblicato su Youtube, in cui parla anche della sua partecipazione a un progetto dell’Associazione Luca Coscioni e richiama l’attenzione sull’articolo 3 della nostra Costituzione, basato sul principio di uguaglianza.
“Almeno formalmente è così – commenta Lorella – poi nella vita di tutti i giorni non lo è. Ma con questo non voglio dire che la disabilità sia un problema. Il problema c’è quando le istituzioni abbandonano le persone con disabilità”.
Fortunatamente, all’università di Trento le cose vanno decisamente meglio superando le aspettative di Lorella, come mostra anche nel video mostrandoci il suo appartamento domotico. E anche la città risulta molto accessibile: “Abitavo praticamente in centro, quindi avevo tutti i servizi principali a portata di mano. Le poche volte in cui ho dovuto usare i mezzi pubblici, non ho avuto difficoltà: gli autobus erano accessibili e la rete ben organizzata. I luoghi inaccessibili, in tutto o in parte, sono state eccezioni.
Ho apprezzato anche la mentalità, in generale. Non mi sono quasi mai sentita giudicata o osservata a causa della mia disabilità”.
Obiettivo: accessibilità al 100%
Che cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione? “L’obiettivo deve essere quello di raggiungere un livello di accessibilità del 100% e una vera inclusione sociale e lavorativa.
Per arrivarci credo siano necessari diversi fattori fondamentali. Prima di tutto, serve una chiara volontà politica, accompagnata dal riconoscimento dell’esistenza e delle esigenze delle persone con disabilità. È essenziale affermare il nostro diritto di vivere pienamente, secondo le nostre aspirazioni e desideri, senza barriere o limitazioni”.
Un passo cruciale, in questa direzione, secondo Lorella, è il coinvolgimento diretto delle persone con disabilità nei processi decisionali e nella progettazione degli spazi e dei servizi. “Solo così – conclude -si può costruire una società davvero inclusiva e rispettosa delle diversità. Questo non vale solo per Trento, ma per tutte le altre città o aspetti della società in cui viviamo”.